mercoledì 2 dicembre 2009

ACQUA: la mozione del gruppo consiliare Unione per Binasco

Oggetto: Mozione per l’adozione e approvazione, da parte del Consiglio Comunale, di un O.d.g. relativo alla riaffermazione del principio che l'acqua è un bene comune, inalienabile, patrimonio dell'umanità e degli esseri viventi.

Egregio Sig Sindaco, gentili Consilieri, non è trascorso molto tempo da quando in questa sede, unitariamente, approvammo l’O.d.g con la quale ci pronunciavamo a favore di un referendum abrogativo delle norme delle Leggi Regionali in tema di privatizzazione delle risorse idriche.
Quel nostro atto, insieme a quello di molti altri Comuni e Associazioni, dimostrò, quanto quelle sensibilità e la battaglia intrapresa, sul tema della difesa della risorsa idrica, quale bene comune e pubblico, avesse un largo consenso tra le popolazioni.
In quella occasione, l’unificazione di una comune preoccupazione, di un comune sentire e di comuni intenti, portò la Regione Lombardia a ritirare quelle famigerate norme, consentendoci di riaffermare quel Principio che l’acqua in quanto elemento vitale non può che avere una gestione pubblica.
Purtroppo, oggi, dobbiamo constatare, con rammarico, che gli attacchi a questo bene fondamentale, per la vita e la sopravvivenza dei popoli, tornano ad emergere con accanimento, promuovendo quegli “appetiti” privatistici mai sopiti.
Con il voto di fiducia n°26 nei due rami del Parlamento si è concluso l’esame del decreto 135/09 il cui art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia.
L’acqua non è più di tutti! Da oggi sarà monopolio dei privati, di pochi centri di potere e,
con molta probabilità, della criminalità organizzata. L’ultima aberrazione di un governo
porta il nome di decreto Ronchi che impone ai cittadini e agli Enti Locali l’esproprio
di un diritto e di un bene comune com’è l’acqua e questo nonostante sia di dominio
pubblico che, le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti
privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo, abbiano prodotto esclusivamente un innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un
aumento costante dei consumi.
Ciò è avvenuto sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali
alle richieste della Commissione Europa mentre si sa che non esiste nessun obbligo.
Noi che rappresentiamo gli interessi più vulnerabili della nostra comunità e della loro difesa, non possiamo restare indifferenti e quindi ci viene richiesto, coerentemente, di assumere tutte le azioni ed iniziative per respingere queste scellerate scelte.
Di conseguenza VISTO:
l'art. 23 bis della Legge 133/2008 e s.m.i. ove si prevede che il conferimento della gestione dell’acqua (considerata tra i servizi pubblici locali di rilevanza economica) dovrà essere messa a gara entro e non oltre il 31 dicembre 2010;
l'art. 15 del D.L. 135 del 25 settembre 2009 ("Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi locali di rilevanza economica") che, modificando l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, non solo apre la strada alla privatizzazione dell’acqua (di fatto già realizzata con pessimi risultati in molte zone d’Italia), ma la rende obbligatoria.

Rilevato che tale recente disposizione normativa prescrive l’affidamento ai privati del servizio idrico tramite gara, prevedendo che le quote di partecipazione del pubblico ad eventuali società miste non possano superare il 40%.
Atteso che il nuovo dettato legislativo annulla così i margini concessi alle amministrazioni locali dall’art. 23 bis della legge n.133/2008, che consentiva di mantenere la gestione “in house” nei servizi fondamentali come l’acqua.

VISTO ALTRESI che:
il principio che l'acqua è un bene comune è sancito dalla Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo, maggio 1968);
il Parlamento europeo, con l'approvazione, in data 11 marzo 2004, degli emendamenti al Documento “Strategie per il mercato interno - Priorità 2003-2006”, ha affermato che “essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata a norme di mercato interno” e pertanto la gestione dei servizi idrici non può essere delegata al mercato;
la risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 nella quale si dichiara “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e si chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015, insistendo affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;
l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite e dei Diritti Umani - nel settembre 2007 - si è pronunciato sottolineando che il diritto dell’acqua risulta un’estensione al diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

PREMESSO CHE:
l'acqua è un bene vitale e comune patrimonio dell’umanità e che l’accesso all’acqua è un diritto umano universale;
il diritto all'acqua è un diritto inalienabile di ogni essere vivente e per questo l'acqua deve rimanere proprietà pubblica;
il modello gestionale sino ad oggi perseguito, finalizzato ad affermare il processo di privatizzazione della gestione delle risorse idriche, ha prodotto un'enorme disuguaglianza nell'accesso all'acqua e per questa ragione ben 1,4 miliardi di persone nel mondo non hanno ancora oggi accesso a una fonte di acqua potabile, e che tale cifra è destinata a salire fino a raggiungere, nel 2020, i 3,5 miliardi di persone che non avranno il diritto di accedere liberamente all'acqua;
è compito di tutti, politici, amministratori, cittadini, arrestare il processo di privatizzazione dell'acqua in atto poiché si tratta di una questione di civiltà e responsabilità verso le generazioni future;
in Italia è stato costituito il “Forum italiano dei movimenti per l'acqua bene comune” e che a questo hanno aderito enti locali, organizzazioni sindacali, ed associazioni;
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri del Gruppo Consiliare “Unione per Binasco chiedono che:
IL CONSIGLIO COMUNALE DI BINASCO FACCIA PROPRIA LA PRESENTE MOZIONE PER LA FORMULAZIONE E L’ADOZIONE DI UN O.D.G. NELLA QUALE SI ASSUMONO I SEGUENTI IMPEGNI:
utilizzare, proteggere, conoscere e promuovere l’acqua come bene comune, nel rispetto dei principi fondamentali della sostenibilità integrale (ambientale, economica, politica e istituzionale);
inserire nello Statuto Comunale il principio che “l'acqua è un bene comune, patrimonio dell'umanità e di tutte le specie viventi ed un diritto umano universale” e che per queste ragioni “il servizio idrico è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale e privo di rilevanza economica”; VEDI PROPOSTA ALLEGATA
mantenere, viste le premesse statutarie, nella totale sfera pubblica la proprietà e la gestione dell’acqua ovvero il capitale ed i servizi ad essa collegati (infrastrutture e insieme dei servizi di captazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione);
garantire la sicurezza dell’accesso all’acqua, nelle quantità e qualità necessarie alla vita, a tutti i membri della comunità locale, in solidarietà con le altre comunità e con le generazioni future;
aderire al “Forum italiano dei movimenti per l'acqua bene comune”;
promuovere le forme più innovative di partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche dell’acqua a livello locale tramite gli strumenti della democrazia rappresentativa, partecipativa e diretta;
promuovere un’intensa opera di formazione e informazione dei cittadini in materia d’acqua, educandoli ad un uso responsabile e parsimonioso di questa risorsa essenziale e non eterna;
promuovere il ritorno dell’acqua nei luoghi pubblici, realizzando una “casa dell’acqua” al fine di incentivare una nuova cultura ambientale e dell’utilizzo delle risorsa.
istituire, così come previsto dallo Statuto Comunale (art. 14) e dal regolamento delle Commissioni Consiliari (art.1 e relativi commi) la Commissione territorio.

INOLTRE IL CONSIGLIO COMUNALE DI BINASCO SI IMPEGNI A:
sostenere, forme di cooperazione decentrata, con il cofinanziamento di progetti di cooperazione e di scambio di esperienze tra abitanti delle nostre comunità e quelli di altre popolazioni, a livello di gestione dell’acqua.

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