In un momento difficile per il Paese, in cui la destra cavalca i sentimenti di paura e smarrimento, il governo non propone un progetto organico di riforma della scuola ma applica una mera politica dei tagli, dimenticandone la funzione sociale. Mentre sul sistema formativo si valuta la qualità di un Paese moderno
I Democratici di Binasco presenzieranno venerdì e sabato davanti alle scuole ed in centro per informare la cittadinanza circa i gravi danni che il Ministro Gelmini sta arrecando al sistema scuola con una riforma fatta esclusivamente di tagli. Contro un chiaro disegno di squalifica della pubblica istruzione a favore del privato occorre mobilitarsi.
Lunedì 6 ottobre presso la nostra sede di piazza XXV Aprile alle ore 21.00 parleremo di Scuola e cercheremo di comprendere insieme la vera essenza della "Manovra Tremonti - Gelmini" e le sue pratiche conseguenze.
Ovviamente contiamo su una partecipazione numerosa.
martedì 30 settembre 2008
martedì 23 settembre 2008
SALVA L’ITALIA, CAMBIA LA SCUOLA
MERITO, VALUTAZIONE, AUTONOMIA
LA MINISTRA MARIA STELLA GELMINI HA ESORDITO CON TRE PAROLE D’ORDINE: MERITO, VALUTAZIONE, AUTO
LA MINISTRA MARIA STELLA GELMINI HA ESORDITO CON TRE PAROLE D’ORDINE: MERITO, VALUTAZIONE, AUTO
NOMIA E HA FINITO COL PROPORRE LA MAESTRINA DALLA PENNA ROSSA, IL VOTO IN CONDOTTA E IL GREMBIULINO.
LA SCUOLA DEVE CAMBIARE, MA SERIAMENTE!
I MINISTRI GELMINI E TREMONTI VOGLIONO RIPORTARE LA SCUOLA ITALIANA INDIETRO DI 50 ANNI E, SOLO PER RISPARMIARE, SMANTELLANO UN MODELLO PEDAGOGICO CHE HA PERMESSO DI APPROFONDIRE LE CONOSCENZE DISCIPLINARI E HA RESO LA SCUOLA ELEMENTARE UNA COMUNITÀ EDUCANTE COLLOCATA AI PRIMI POSTI DALLE CLASSIFICHE INTERNAZIONALI.
LA SCUOLA DEVE CAMBIARE, MA NON PER FARE CASSA!
IL GOVERNO BERLUSCONI PROPONE DI TORNARE ALLA SEPARAZIONE TRA SCUOLA DEL MATTINO PER TUTTI E DOPOSCUOLA PER CHI NE HA BISOGNO, ASSEGNANDO ALLA SCUOLA SOLO UNA FUNZIONE DI SERVIZIO SOCIALE, DEPOTENZIANDONE IL RUOLO EDUCATIVO. IL MODELLO ORGANIZZATIVO E PEDAGOGICO ATTUALE HA AMPLIATO L’OFFERTA FORMATIVA E GARANTITO L’INTEGRAZIONE DI TUTTI I BAMBINI
LA SCUOLA DEVE CAMBIARE, MA SENZA PENALIZZARE LO STUDENTE!
IL PARTITO DEMOCRATICO RICONOSCE LA NECESSITÀ DI RAZIONALIZZARE LA SPESA ED ELIMINARE GLI SPRECHI, MA NON ACCETTA IL TAGLIO INDISCRIMINATO DELLE RISORSE ASSEGNATE ALLA SCUOLA.
IL PARTITO DEMOCRATICO È AL FIANCO DELLE ORGANIZZAZIONI E DEI CITTADINI CHE VOGLIONO CONTRASTARE QUESTO DISEGNO E SI OPPORRÀ AL DECRETO GELMINI IN PARLAMENTO E NEL PAESE.
VENERDÌ 26 SETTEMBRE 2008
GIORNATA DI MOBILITAZIONE DAVANTI ALLE SCUOLE DI MILANO E PROVINCIA
PER CAMBIARE LA SCUOLA. VERAMENTE.
LA SCUOLA DEVE CAMBIARE, MA SERIAMENTE!
I MINISTRI GELMINI E TREMONTI VOGLIONO RIPORTARE LA SCUOLA ITALIANA INDIETRO DI 50 ANNI E, SOLO PER RISPARMIARE, SMANTELLANO UN MODELLO PEDAGOGICO CHE HA PERMESSO DI APPROFONDIRE LE CONOSCENZE DISCIPLINARI E HA RESO LA SCUOLA ELEMENTARE UNA COMUNITÀ EDUCANTE COLLOCATA AI PRIMI POSTI DALLE CLASSIFICHE INTERNAZIONALI.
LA SCUOLA DEVE CAMBIARE, MA NON PER FARE CASSA!
IL GOVERNO BERLUSCONI PROPONE DI TORNARE ALLA SEPARAZIONE TRA SCUOLA DEL MATTINO PER TUTTI E DOPOSCUOLA PER CHI NE HA BISOGNO, ASSEGNANDO ALLA SCUOLA SOLO UNA FUNZIONE DI SERVIZIO SOCIALE, DEPOTENZIANDONE IL RUOLO EDUCATIVO. IL MODELLO ORGANIZZATIVO E PEDAGOGICO ATTUALE HA AMPLIATO L’OFFERTA FORMATIVA E GARANTITO L’INTEGRAZIONE DI TUTTI I BAMBINI
LA SCUOLA DEVE CAMBIARE, MA SENZA PENALIZZARE LO STUDENTE!
IL PARTITO DEMOCRATICO RICONOSCE LA NECESSITÀ DI RAZIONALIZZARE LA SPESA ED ELIMINARE GLI SPRECHI, MA NON ACCETTA IL TAGLIO INDISCRIMINATO DELLE RISORSE ASSEGNATE ALLA SCUOLA.
IL PARTITO DEMOCRATICO È AL FIANCO DELLE ORGANIZZAZIONI E DEI CITTADINI CHE VOGLIONO CONTRASTARE QUESTO DISEGNO E SI OPPORRÀ AL DECRETO GELMINI IN PARLAMENTO E NEL PAESE.
VENERDÌ 26 SETTEMBRE 2008
GIORNATA DI MOBILITAZIONE DAVANTI ALLE SCUOLE DI MILANO E PROVINCIA
PER CAMBIARE LA SCUOLA. VERAMENTE.
martedì 9 settembre 2008
Scuola: ritorno al passato
Dopo le dichiarazioni estive e i provvedimenti di facciata, come il ritorno al grembiule e
al voto in condotta, i Ministri Gelmini e Tremonti hanno confezionato pesanti sorprese
per le famiglie e gli insegnanti che tornano in classe in questi giorni.
Con un decreto lampo e senza il minimo confronto si cancella, con un colpo di penna,
un modello di qualità del sistema scolastico italiano come è la scuola elementare e si
introducono: i voti in decimi, l’orario di 24 ore, il maestro unico.
Questo provvedimento mette a rischio la scuola che insegna a tutti integrando i più deboli
e, riducendo il numero degli insegnanti, snatura il tempo pieno, tradizione per molte
scuole lombarde.
A queste scelte si accompagna l’effetto del decreto che fissa in 7 miliardi e 800 milioni
il risparmio della pubblica istruzione per i prossimi quattro anni: per rispettare questi
conti economici saranno accorpate le scuole con meno di 500/600 alunni e verrà ridotto
pesantemente il numero degli insegnanti, a partire da coloro che si occupano del sostegno
e dell’integrazione dei bambini stranieri.
In Lombardia le scuole con queste caratteristiche sono 232 (il dato più alto per tutto il
nord e centro Italia); i piccoli comuni, quelli di montagna, dovranno dire addio ai loro
presidi formativi e tutti i municipi, anche i più grandi, dovranno farsi carico di costi aggiuntivi
per i trasporti, al fine di garantire il diritto allo studio per tutti.
Non è questa la scuola che vogliamo, non è possibile tagliare sul futuro delle giovani generazioni.
Pensiamo sia possibile coniugare il contenimento della spesa pubblica, il rigore, il riconoscimento
del merito, il sostegno e la valorizzazione della professionalità degli insegnanti.
Consegnare dignità alla scuola vuol dire impegnare risorse senza sperperare, scommettendo
sull’unico investimento possibile per la nostra Regione e per il Paese: la scuola
prima di tutto.
al voto in condotta, i Ministri Gelmini e Tremonti hanno confezionato pesanti sorprese
per le famiglie e gli insegnanti che tornano in classe in questi giorni.
Con un decreto lampo e senza il minimo confronto si cancella, con un colpo di penna,
un modello di qualità del sistema scolastico italiano come è la scuola elementare e si
introducono: i voti in decimi, l’orario di 24 ore, il maestro unico.
Questo provvedimento mette a rischio la scuola che insegna a tutti integrando i più deboli
e, riducendo il numero degli insegnanti, snatura il tempo pieno, tradizione per molte
scuole lombarde.
A queste scelte si accompagna l’effetto del decreto che fissa in 7 miliardi e 800 milioni
il risparmio della pubblica istruzione per i prossimi quattro anni: per rispettare questi
conti economici saranno accorpate le scuole con meno di 500/600 alunni e verrà ridotto
pesantemente il numero degli insegnanti, a partire da coloro che si occupano del sostegno
e dell’integrazione dei bambini stranieri.
In Lombardia le scuole con queste caratteristiche sono 232 (il dato più alto per tutto il
nord e centro Italia); i piccoli comuni, quelli di montagna, dovranno dire addio ai loro
presidi formativi e tutti i municipi, anche i più grandi, dovranno farsi carico di costi aggiuntivi
per i trasporti, al fine di garantire il diritto allo studio per tutti.
Non è questa la scuola che vogliamo, non è possibile tagliare sul futuro delle giovani generazioni.
Pensiamo sia possibile coniugare il contenimento della spesa pubblica, il rigore, il riconoscimento
del merito, il sostegno e la valorizzazione della professionalità degli insegnanti.
Consegnare dignità alla scuola vuol dire impegnare risorse senza sperperare, scommettendo
sull’unico investimento possibile per la nostra Regione e per il Paese: la scuola
prima di tutto.
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